Leishmaniosi nel cane: cos’è e come prevenirla
Autore: di Francesca Calamusa, Medico Veterinario in Roma
Spesso, soprattutto negli ultimi anni, si sente parlare di leishmaniosi. Purtroppo, ancora, non tutti i proprietari dei nostri amici a quattro zampe, sono a conoscenza della gravità della malattia e dell’importanza della sua prevenzione.
La leishmaniosi è una malattia parassitaria che colpisce prevalentemente il cane e i roditori, che ne rappresentano il serbatoio principale, mentre il gatto e altri mammiferi costituiscono ospiti accidentali. È una zoonosi, ovvero una malattia trasmissibile all’uomo, ma il contagio diretto da cane a uomo è assolutamente escluso, in quanto l’unico modo per essere infettati dal parassita è attraverso la puntura dell’insetto volante. Fortunatamente, però, la malattia nell’uomo è meno grave, anche grazie alla capacità della medicina di curarla attraverso farmaci che consentono la completa e totale guarigione.
Nel cane, invece, è una malattia molto grave, spesso mortale, ad andamento il più delle volte cronico, soprattutto quando non si manifesta in modo eclatante, il che la rende di difficile diagnosi. Inoltre, non essendoci un farmaco capace di eliminare completamente il parassita, questo rimane infettante e presente all’interno dell’organismo del cane per tutta la sua vita. Da qui l’importanza di cercare di prevenirne l’infezione.
La malattia è causata da un protozoo, Leishmania infantum, che si trasmette al cane attraverso la puntura di un insetto ematofago, il flebotomo o pappatacio, simile ad una zanzara, molto piccolo e silenzioso durante il volo, che si distingue per una peluria giallastra sul corpo. Quando il flebotomo punge un animale infetto per cibarsi, ingerendo il sangue, assume il parassita leishmania, che si moltiplica al suo interno (impiega dai 4 ai 20 giorno per diventare infestante) e si deposita nell’apparato buccale del flebotomo pronto per reinfettare altri animali con un successivo pasto di sangue. Una volta trasmessa la Leishmania all’interno del circolo sanguigno, questa viene inglobata dai macrofagi e da altre cellule del sistema immunitario, all’interno delle quali il parassita si replica e ne causa la rottura con liberazione di altre forme larvali che libere nel torrente sanguigno, sono pronte, attraverso il successivo pasto di sangue di un altro flebotomo, a cominciare un altro ciclo.
Come si manifesta
Purtroppo è una malattia ormai presente in tutta Italia. Prima gli animali infetti erano dislocati solo in zone endemiche del sud e centro Italia e in ambienti rurali e costieri delle isole; oggi con l’abitudine agli spostamenti insieme ai propri pet, ma ancor di più la costante migrazione di cani randagi provenienti dai canili di Grecia e Spagna e dalle nostre regioni del meridione e i cambiamenti climatici, hanno fatto sì che ormai la malattia si sia distribuita molto equamente in tutta la penisola.
Essendo insetti ematofagi notturni, iniziano la loro attività quando fa buio, dal crepuscolo all’alba, quando le temperature variano da 15° ai 25°, con un periodo di maggiore densità che va da Maggio a Ottobre/Novembre a seconda dell’andamento stagionale e delle zone.
Nel cane la leishmaniosi si presenta sostanzialmente come una malattia generalizzata (detta anche forma viscero-cutanea) che si manifesta in modo differente a seconda della risposta immunitaria del soggetto colpito, motivo per il quale spesso vi sono animali che, nonostante abbiano contratto la malattia, rimangono asintomatici anche per tutta la loro vita. Inoltre, presenta un periodo di incubazione che va da alcuni mesi fino anche a 4-6 anni e per questo spesso complicata da diagnosticare.
Essendo un parassita che penetra nel circolo ematico del cane, questo può raggiungere diverse strutture dell’organismo, come linfonodi, derma, macrofagi e monociti di milza e fegato, midollo osseo e reni. Da qui il motivo per il quale spesso risulta difficile da diagnosticare data l’a-specificità dei sintomi clinici che possono andare da lesioni cutanee di vario tipo a forme viscerali a seconda degli organi colpiti.
Spesso i motivi più frequenti per i quali si richiede un consulto veterinario sono manifestazioni cutanee quali:
- dermatite con pelle secca e screpolature tipo forfora;
- perdita di pelo con zone alopeciche soprattutto localizzate a zampe, muso (regione intorno agli occhi che da un aspetto caratteristico di “faces da vecchio” e dorso del naso e testa) e orecchie;
- ipercheratosi (ispessimento cutaneo) dei cuscinetti plantari e della cute del naso;
- noduli sottocutanei;
- forme ulcerative che si manifestano soprattutto a livello delle articolazioni (gomito, ginocchio, carpo, tarso) e prominenze ossee, come a livello delle giunzioni muco cutanee, tartufo, cuscinetti plantari e estremità dei padiglioni auricolari;
- crescita eccessiva delle unghie (onicogrifosi).
A questi si aggiungono anche lesioni oculari quali:
- blefariti;
- congiuntiviti;
- cheratocongiuntiviti;
- uveiti anteriori.
Altri sintomi molto comuni sono:
- la perdita di peso nonostante l’appetito sia conservato, oppure inappetenza e progressivo dimagramento;
- sintomi gastro-enterici quali vomito, diarrea;
- a volte febbre intermittente;
- poliartrite con zoppia;
- perdita di sangue dal naso (epistassi), dovuta ad un abbassamento del numero di piastrine, anemia.
Essendo coinvolto il sistema immunitario oltre a presentarsi queste manifestazioni cutanee, vi è la forma viscerale della leishmaniosi che può manifestarsi anche dopo anni dall’infestazione dell’animale con sintomatologia specifica degli organi colpiti come:
- aumento dei linfonodi esplorabili (soprattutto prescapolari, sottomandibolari, poplitei)
- ingrossamento di fegato e milza;
- poliuria (aumento della diuresi) e polidipsia (aumento della sete) ed ematuria (sangue nelle urine) dovute ad una glomerulonefrite, ovvero ad un processo infiammatorio a carico del glomerulo renale per deposito di immunocomplessi che a lungo andare provoca una insufficienza renale cornica, che rappresenta la principale causa di morte dei cani malati.
L’importanza della prevenzione
Vista la complessità e gravità della malattia e soprattutto, non essendoci attualmente farmaci in grado di eliminare completamente dall’organismo i microrganismi responsabili della leishmaniosi, la prevenzione diviene l’arma fondamentale per cercare di prevenire l’infestazione. La cura è mirata a gestire i sintomi e tenere sotto controllo la malattia limitandone gli effetti collaterali, l’insorgenza delle recidive, stimolare il ripristino del sistema immunitario cellulo-mediato, limitare il tasso di infettività di altri flebotomi. Anche in seguito alla remissione dei sintomi, il cane dovrà essere sempre e comunque monitorato a intervalli regolari (ogni sei mesi circa) per valutare lo stato immunitario.
Purtroppo le recidive sono frequenti e quando la malattia si ripresenta, risulta sempre più refrattaria alle terapie.
Per prevenire la leishmaniosi è importante ridurre al minimo la possibilità di puntura da parte dei flebotomi. Per farlo, poiché esistono in commercio numerosi prodotti antiparassitari per cani, è importante accertarsi che sul foglietto illustrativo sia indicato anche l’effetto repellente nei confronti dei flebotomi e l’attività di riduzione del rischio di trasmissione di leishmaniosi. Utilizzare, quindi, spray repellenti per una protezione immediata e di breve durata, prima della passeggiata serale o del mattino e ogni volta che ci si trova in condizioni di possibile contatto con i flebotomi, assieme sempre a collare e/o spot on repellenti. A tal proposito l’olio di neem rappresenta un ottimo antiparassitario naturale, senza nessun tipo di additivo chimico e uno tra i migliori repellenti in assoluto nei confronti di flebotomi, pappataci e zanzare, responsabili nei cani della leishmaniosi e di altre gravi malattie. Inoltre, si consiglia di ricoverare gli animali durante la notte, applicare alle finestre zanzariere dalle maglie fitte; utilizzare insetticidi ambientali per uso domestico.
Ad oggi si è fatto un passo in più circa la possibilità di effettuare una buona prevenzione della malattia con l’immissione sul mercato di un nuovo vaccino in grado di fornire un’ulteriore barriera protettiva attorno al cane per evitare il contatto con il flebotomo e che, rispetto al precedente, ha rivelato avere meno effetti collaterali ed essere, quindi, più sicuro. Per verificare la presenza del parassita si possono utilizzare esami specifici diretti o indiretti, ma anche esami rapidi e particolarmente semplici e affidabili, per la valutazione della presenza di anticorpi, utili per fare una prima valutazione da approfondire poi con altri test.
In conclusione, è molto importante la prevenzione per salvaguardare i nostri amici a quattro zampe da questa grave malattia e sottoporli a controlli periodici che ci permettono di ridurre il rischio di insorgenza della malattia e il monitoraggio in quei soggetti già esposti, così da prevenire il progredire e quindi l’aggravarsi della patologia.