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L’ematuria nel gatto

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L’ematuria nel gatto


Carmine MaranoAutore: Manuel Felici, Medico Veterinario in Roma
Specialista in patologia e clinica degli animali d’affezione, perfezionato in cardiologia dei piccoli animali


Con ematuria si intende la presenza di globuli rossi nelle urine che può essere visibile a occhio nudo oppure dopo analisi del sedimento urinario.

L’ematuria è tipicamente conseguenza di:

  • litiasi;
  • processi infiammatori, traumatici o neoplastici;
  • deficit della coagulazione;

Ad un’attenta osservazione dell’urinazione dei nostri animali ci si può render conto se la presenza di sangue sia nella prima fase della minzione, nella fase terminale o nel corso di tutto l’evento. Nel gatto la causa più frequente di ematuria è la cistite, cioè l’infiammazione della mucosa vescicale. Il gatto si presenta irrequieto, entra e esce frequentemente dalla lettiera a volte associando vocalizzazioni e si lecca eccessivamente la zona genitale. Già a questi primi segni clinici, il proprietario deve condurre in visita il proprio gatto; e l’ideale sarebbe anche raccogliere un campione di urine da portare insieme all’animale. Raccogliere le urine potrebbe sembrare una missione impossibile, ma in realtà in commercio esistono diversi kit che semplificano la vita. Sono costituiti da speciali sassolini che, messi nella lettiera, non assorbono l’urina che così rimane sul fondo e può essere raccolta facilmente e messa all’interno di una provetta per farla analizzare.

Alla visita clinica il veterinario valuterà con la palpazione il grado di replezione della vescica e l’elasticità della parete vescicale; non è infrequente, infatti, la possibilità che l’uretra si ostruisca e che quindi l’urina non riesca a defluire fuori dalla vescica, determinando un blocco completo dell’urinazione. Tra gli esami collaterali per valutare il tratto urinario, troviamo l’ecografia, grazie alla quale il veterinario può avere utili informazioni sull’aspetto dei reni, degli ureteri, della vescica (sia per morfologia di parete che per contenuto) e dell’uretra; altro esame collaterale utile, soprattutto in corso di calcoli mineralizzati, è la radiologia. È proprio grazie agli esami collaterali che il corollario delle diagnosi differenziali si restringe, completando la valutazione con l’esame delle urine completo per valutarne il ph, la presenza di proteine, glucosio, etc., e l’eventuale presenza di sedimento al microscopio. È possibile, infatti, che si verifichi la presenza di cristalli di diversa natura (i più frequenti sono quelli di struvite). L’esame delle urine è completato poi dall’esame colturale e dall’antibiogramma in caso di positività: in parole più semplici, si controlla se nelle urine c’è una popolazione batterica e, se sì, a quale tipo di antibiotico sia sensibile.

Se tutti gli esami diagnostici sono nella norma, ma permane l’unico segno clinico dell’ematuria, allora si parla di “cistite idiopatica”, quasi sempre da riferire nei gatti a un problema di stress, ad esempio l’arrivo di un nuovo membro in famiglia, condizioni di sovraffollamento, minori attenzioni che il proprietario sta dedicando all’animale, etc. In questi casi risolvere il problema significa identificare la causa scatenante e trovare una soluzione che permetta di risolvere lo stress del nostro micio.


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