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Piante, fiori ed erbe tossiche
per i nostri animali

autore:

Marianna Filareto, Medico Veterinario in Roma
Specializzanda in Malattie infettive, profilassi e polizia veterinaria


Le piante non solo abbelliscono le nostre case, ma riducono l’inquinamento, rendendo l’ambiente più salubre per l’uomo e per gli animali. Tuttavia, quando si progetta di adornare casa con piante (soprattutto esotiche), è bene conoscere quelle pericolose per i nostri amici a quattro zampe. L’ingestione o anche semplicemente il contatto con alcuni fiori ornamentali, piante da appartamento o arbusti da giardino può essere molto pericoloso e addirittura fatale. I soggetti più a rischio sono i cuccioli, che nel periodo della dentizione tendono a cercare sollievo mordendo ogni cosa, ma anche i gatti, che amano rosicchiare foglie e fiori per attirare l’attenzione o per bisogno di depurarsi.

Le piante più pericolose per il cane e il gatto sono:

  • Piante natalizie: la Stella di Natale è la prima incriminata, le sue foglie rosse possono provocare, sia nel cane che nel gatto, irritazione oculare, cheratiti, lacrimazione, congiuntiviti, stomatiti, vomito, scialorrea, diarrea. La prognosi è in genere favorevole con risoluzione dell’intossicazione. La seconda incriminata è l’Agrifoglio, pericolosa anche per l’uomo: le bacche rosse, se ingerite dal cane, possono provocare ipersalivazione, affaticamento, sintomi gastro-enterici per la presenza in esse di saponine, metilxantine e cianogeno, tutte sostante nocive. Attenzione anche al Vischio, le cui bacche sono ricche di alcaloidi che possono provocare vomito, atassia, midriasi, poliuria, ipotensione e morte per arresto cardiocircolatorio.
  • Piante tropicali: l’Abro, pericolosa soprattutto per il cane che, ingerendo i suoi semi contenenti abrina, può presentare debolezza, inappetenza, febbre e apatia; ma anche la Cycaris revoluta, pianta che può causare un’intossicazione piuttosto grave, con gastroenterite emoraggica, danni epatici, insufficienza renale, coagulopatie e la morte; lo Spatifillo, il cui stelo genera problemi gastroenterici, anche se in alcuni casi provoca emorragie e problemi respiratori; e infine il Filodentro, che può dare edema inguinale, stomatite, problemi respiratori.
  • Piante bulbose: l’Amarillide è tutta velenosa per il cane e i sintomi più importanti sono vomito, diarrea e coliche; in alcuni casi, potrebbe causare crampi, alterazioni del battito cardiaco e tremori. Anche l’ingestione di Ciclamino può provocare vomito e diarrea, a volte anche convulsioni se assunto in dosi massicce. Il cane può essere particolarmente incuriosito anche dalla forma dell’Iris, ma attenzione: può generare problemi gastroenterici. Attenzione anche al Tulipano: se i fiori vengono ingeriti, si avranno sintomi di natura gastroenterica, ma non gravi per il tuo cane. Infine prestate attenzione al Colchico: l’ingestione del bulbo o dei semi può dare collasso, paralisi muscolare e respiratoria e morte. Una pianta letale anche per gli esseri umani.
  • Piante coltivate: prima fra tutte l’Aglio, anche solo uno spicchio può intossicare il cane, che presenterà sintomi quali vomito, diarrea, anemia, ittero e sangue nelle urine. Attenzione anche alla Canapa: se ingerita, causa vomito, ipotermia, scialorrea, midriasi e nistagmo. Risaputa ormai la tossicità della Cipolla: se assunta in quantità discrete, genera anemia per emolisi e sangue nelle urine. Anche l’Erba medica può essere causa di dermatiti se il cane ne viene a contatto. Anche l’ingestione del Fagiolo comune crudo può provocare diarrea, gastroenterite e anoressia, così come della Fava, con cui il cane rischia problemi gastroenterici, febbre, ittero, pallore e un incremento del volume di fegato e milza. Anche l’ingestione di Lino può provocare crampi, vomito, tremori, alterazioni del ritmo sia respiratorio che cardiaco. Infine la Nicotiana: se ingerita, provoca dolori addominali, vomito, diarrea emorragica, bradicardia, problemi neurologici, ipersalivazione e letargia.
  • Piante ornamentali: tra le più comuni nei climi caldi e secchi abbiamo l’Aloe le cui foglie, contenenti un composto chiamato barbaloina, possono causare diarrea sanguinolenta e incremento dell’urinazione nel cane. Con l’ingestione dell’Anemone il cane rischia problemi gastrointestinali e, se assunta in grandi quantità, depressione respiratoria. Le foglie dell’Anturio possono dare sintomi quali diarrea, emorragie, vomito e difficoltà respiratorie. Molto diffusa nelle nostre abitazioni è l’Azalea: l’ingestione delle sue foglie può causare vomito, coliche, diarrea, depressione, nausea, tachipnea, scialorrea e anoressia. La Begonia è una pianta che nel suo insieme può generare intossicazioni nel cane, con gastroenterite facilmente risolvibile. Il Bosso è anch’essa una pianta molto tossica per il cane: può causare nausea, dolori addominali, vomito, scialorrea e può dare anche problemi cardiaci e respiratori. Una pianta che può essere pericolosa anche solo al contatto è la Calta palustre, che può dare dermatite nel cane. Attenzione soprattutto alla Cannabis sativa (Marijuana) che negli animali da compagnia può dare depressione del sistema nervoso centrale, incoordinazione, vomito, diarrea, aumento della frequenza cardiaca, convulsioni e coma. Anche tutte le parti del Crisantemo possono essere tossiche, soprattutto per il gatto, in quanto contengono piretrine, che possono dare disordini gastroenterici o sintomi più gravi quali depressione e incoordinazione. Particolarmente pericolose anche le foglie e il fusto del Croton, simile alla Magnolia, che può dare nel cane febbre, eczemi, vomito, coliche e diarrea sanguinolenta. La Dafne, pianta ornamentale sempreverde, se assunta dal cane può causare bruciore alla bocca, stato d’incoscienza con episodi convulsivi, diarrea sanguinolenta, coma e morte. Altro arbusto sempreverde, le cui foglie, radici e fusto possono essere tossici per il cane, è la Dieffenbachia: i sintomi sono piuttosto gravi, ma solo se c’è tumefazione laringea, con edema linguale, salivazione eccessiva, stomatite, problemi all’apparato digerente e problemi renali. Anche l’Edera, diffusa in tutta Italia, e l’Elleboro, possono causare nausea, diarrea, vomito, problemi respiratori, coma e perfino morte. Pericoloso anche il Ficus, che può causare sintomi gastroenterici, come vomito e diarrea. L’ingestione delle foglie e del bulbo del Giglio può causare nel cane vomito, inappetenza e apatia. Anche il Glicine, se il cane ne ingerisce i semi o i baccelli, può portare diarrea, forte vomito e dolori di carattere addominale. Il contatto con la Monstera può causare dermatiti o edemi a labbra e lingua; inoltre, genera ipersalivazione, problemi nella deglutizione, vomito, diarrea e, a volte, emorragie gengivali. Anche il Mughetto può essere particolarmente velenoso per il cane e causare diarrea, aritmie, vomito, crampi e problemi respiratori. Diffusissimo nei nostri giardini anche l’Oleandro, le cui tossine possono causare arresto cardiaco nel cane, ma anche nell’uomo. Sui nostri balconi non di rado possiamo trovare anche l’Ornitogallo: se il cane ne ingerisce il bulbo, può manifestare vomito, perdita d’appetito, apatia, insufficienza renale ed epatica. Non tutti sanno che anche i fiori della Primula possono essere pericolosi, soprattutto nel gatto, dove può dare sintomi gastroenterici e dermatiti da contatto. Attenzione anche al Rododendro, spesso confuso con l’Azalea, le cui foglie possono causare nausea, salivazione eccessiva, depressione, vomito, diarrea, coliche e problemi renali ed epatici. Pericolose anche le bacche del Solano, che causano gastroenteriti emorragiche, dolori addominali e problemi neurologici. Infine, attenzione anche alle siepi di Tasso, detto anche “pianta della morte”: l’ingestione di foglie, semi, legno e corteccia provocano tachicardia, bradicardia, problemi respiratori, modifiche della minzione, pupille dilatate, tremori che anticipano la depressione, morte dovuta a paralisi cardiaca o respiratoria.
  • Piante selvatiche: tra le intossicazioni più comuni abbiamo quella dell’Acetosa, che se assunta dopo la fioritura delle foglie, può provocare insufficienza renale nel cane. L’Arum Maculatum, che può provocare turbe del ritmo cardiaco. L’Atropa Belladonna: spesso impiegata per realizzare cosmetici, se ingerita dal cane può dare tachicardia, coma e paralisi del sistema nervoso parasimpatico. Comune nel nostri giardini la Bella di Notte, che contiene sostanze alcaloidi, resine e arabinosio che possono provocare nausea, vomito e dolori addominali, dermatite, aborto e perfino stati confusionali e pupille dilatate. Pianta velenosa per eccellenza la Cicuta: può condurre alla morte con sintomi neuromuscolari. Datura: può causare problemi alla vista, crisi di panico, aritmie, disorientamento, nausea, convulsioni e addirittura la morte. Particolarmente insidiosa anche la Digitale, tossica in tutte le sue parti, compresa l’acqua che viene a contatto con essa: se assunta in grandi quantità provoca aritmie piuttosto serie. Pianta erbacea velenosa è anche il Giusquiamo, che causa repentinamente incoscienza e morte, con grave scompenso cardiaco. Attenzione anche ai frutti e alle foglie del Lauroceraso, che contengono acido cianidrico, che causa anossia citossica, convulsioni, coma e morte. Negli ambienti temperati e umidi prestare attenzione anche ai fiori, ai semi e alle radici del Maggiociondolo: se ingeriti, possono provocare problemi allo stomaco, vomito e riduzione dell’assorbimento gastro-enterico. Attenzione anche alla pianta “magica” allucinogena per eccellenza, la Mandragora: i semi, se ingeriti, possono causare nel cane ipertensione, febbre, perdita di coscienza e insufficienza renale in pochissimo tempo. I semi del Noce vomica o albero della Stricnina sono molto velenosi e causano convulsioni violente, contrazioni tetaniche e paralisi respiratoria. Infine attenzione, nel cane, al Ricino: i semi di questa pianta, che contengono una fitotossina e un alcaloide, generano sintomi nell’arco di 18-24 ore, con gastroenterite, febbre, sete, ipertermia, edema buccale e della lingua, dolori colici e danni renali di grave entità. In alcuni casi possono giungere convulsioni e morte.

Se, nonostante tutte le precauzioni, sospettate che il vostro cane o gatto abbia ingerito una di queste piante non inventate manovre di soccorso: l’unica mossa sicura è recarsi subito dal veterinario!


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L’ipertiroidismo nel gatto:
prevenirlo e curarlo

autore:

Giulia Principi, Medico Veterinario in Roma
Master di II livello in Nutrizione clinica del cane e del gatto


Negli animali, così come nell’uomo, non vi è alcun organo o tessuto che non risenta dell’azione degli ormoni prodotti dalla tiroide, una ghiandola endocrina situata a livello dei primi anelli della trachea. Un’alterazione della produzione di questi ormoni, infatti, determina numerosi effetti nell’organismo. L’ipertiroidismo è uno di questi: si tratta di una patologia caratterizzata dall’eccessiva secrezione di ormoni tiroidei (iodotironine). Nell’uomo questa patologia riveste una discreta importanza ed è causata comunemente da un’iperplasia primitiva della tiroide o da un nodulo iperfunzionante, da un tumore in genere benigno o da una tiroidite di Hashimoto.

Nel gatto è, invece, una patologia con una frequenza decisamente superiore rispetto alle altre specie, tanto da essere considerata il più frequente disturbo endocrino in soggetti che vanno dagli 8 ai 18 anni di età. È causata, nella maggior parte dei casi, circa il 90 per cento, da un’iperplasia della ghiandola o da un adenoma (tumore benigno) e, solo nel 2 per cento circa dei casi, da un carcinoma (tumore maligno).

Le cause che conducono ad un disturbo della ghiandola tiroidea che sfocia nell’ipertiroidismo sono:

  • immunoglobuline e vari fattori di crescita;
  • molecole che mimano l’azione degli ormoni tiroidei (ftalati presenti nella plastica, resorcinolo, paraclorobenzene, ovvero un solvente utilizzato nella produzione di erbicidi, vernici, ecc, BFR ovvero ritardanti di fiamma);
  • eccesso di iodio nella dieta.

I sintomi più evidenti sono:

  • dimagramento (90% dei casi);
  • cambiamenti del comportamento;
  • vomito e diarrea;
  • aumento della sete e della frequenza di urinazione;
  • aumento della fame;
  • alterazioni del ritmo respiratorio;
  • aumento della frequenza cardiaca.

Gli effetti sull’apparato cardiovascolare e renale sono importanti. In caso di dubbio o sospetto della patologia, è quindi utile recarsi immediatamente presso il medico veterinario di fiducia. A una diagnosi tempestiva, infatti, è legata una buona prognosi: il gatto riesce a condurre una vita regolare con un trattamento farmacologico quotidiano che prevede la somministrazione orale di una o più compresse.

Controlli regolare e una buona alimentazione, infine, possono essere un ottimo aiuto per la prevenzione.


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Eventi

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VetOnLine24



Da oggi per i nostri amici animali arriva VETONLINE24 la prima piattaforma al mondo di “telemedicina veterinaria” dove l’ambulatorio diventa “virtuale” e dove il medico fornisce video consulenze professionali e affidabili per i padroni dei pazienti in qualsiasi luogo e a qualsiasi ora h24.

Si chiama VETONLINE24, il primo “pronto soccorso veterinario” virtuale per icodici bianchi che oltre ad offrire un consulenza veterinaria di alta qualità riesce anche ad integrare le visite in studio, così da offrire un servizio ancora più completo per la tutela  della salute degli animali 24 ore su 24. Come funziona? E’ sufficiente avere un personal computer dotato di webcam, un  tablet o  uno smartphone su cui poter scaricare l’APP gratuita. Una volta connessi compare una schermata con la lista dei medici veterinari e chi di loro è disponibile. Se si desidera effettuare la chiamata sarà sufficiente completare il percorso effettuando una registrazione con i dati richiesti e con l’acquisto di “crediti” che permetteranno di onorare la consulenza. Successivamente si sceglie il professionista e parte la videochiamata.

Tra i medici che aderiscono a VETONLINE24 sono presenti  veterinari specializzati in diverse discipline che possono interessare i cani e i gatti (dermatologi, oculisti, comportamentalisti, omeopati) così come medici che si occupano di animali non convenzionali (esotici, conigli, volatili) ed altri ancora che esercitano la loro professione al servizio di grossi animali (bovini, ovini, cavalli).

Tutti i veterinari del circuito sono professionisti esperti e accreditati, pronti a rispondere alle esigenze dei pazienti ed eventualmente a dirottare le situazioni più critiche presso gli ambulatori specializzati o i pronto soccorso. I proprietari degli animali potranno in questo modo avere garanzia di un servizio professionale, specializzato e di altissima qualità, potendolo utilizzare anche come “second opinion” la dove sia già stata fatta una prima consulenza.

L’aspetto più innovativo della piattaforma VETONLINE24 è, quindi, la modalità con cui si tutela la salute dell’animale: attraverso l’integrazione con le strutture sanitarie e con la creazione di una rete di collaborazione medico paziente unica nel panorama mondiale.


COLLEGATI AL SITO



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Parto cesareo:
quando è necessario?

autori:

Marianna Filareto, Medico Veterinario in Roma
Specializzanda in Malattie infettive, profilassi e polizia veterinaria

Domenico Tomei, Medico Veterinario in Roma
Chirurgia generale e Chirurgia oncologica


Il parto è un un processo naturale che la maggior parte dei nostri amici a quattro zampe riesce ad affrontare anche da sola; tuttavia, esso rappresenta un fattore molto stressante, sia per la futura mamma che per il proprietario, e in alcuni casi possono esserci complicazioni che richiedono la presenza del veterinario.

Come ci accorgiamo che la cagna si prepara al parto?

Il cane ha un periodo di gestazione di circa 63 giorni, ma può variare in base alla data di effettiva ovulazione, per questo convenzionalmente la durata della gravidanza è prevista tra i 58 e i 67 giorni dal momento dell’accoppiamento. La diagnosi ecografica di gravidanza è possibile a partire dal 21° giorno.

Il primo segnale del parto è puramente fisiologico e consiste in un abbassamento della temperatura corporea dai 38°-39° ai 37,5°, che si verifica tra le 18 e le 24 ore prima. Questo abbassamento è legato alla caduta del tasso di progesterone ematico, condizione essenziale perché s’inneschi il parto. A questa fase segue il rilassamento della cervice e l’inizio delle contrazioni uterine, che può durare dalle 6 alle 12 ore (nelle cagne al primo parto anche di più). In questa fase la cagna è nervosa, rifiuta il cibo, cerca di scavare in un luogo tranquillo scelto per partorire, nell’intento di ricavarsi una cuccia. Segue, quindi, la fuoriuscita di una sacca piena di liquido, il sacco allantoideo, e inizia il vero e proprio parto con l’espulsione dei feti; questa fase dura dalle 3 alle 6 ore e, in casi eccezionali, anche 24 ore. I cuccioli espulsi sono racchiusi in un singolo sacco amniotico che generalmente viene rotto dalla madre; se questo non dovesse avvenire, bisogna procedere manualmente alla rottura, avendo cura di pulire bene gli occhi e la bocca del cucciolo.

Quali possono essere le complicazioni?

Le complicazioni maggiori sono legate alla taglia, alla razza o a particolari situazioni legate alla madre o allo sviluppo anomalo dei feti. Le razze predisposte sono soprattutto il Boston Terrier e i Bulldog Francese e Inglese, in quanto, trattandosi di razze brachicefale, ovvero razze che hanno la testa di dimensioni notevolmente superiori al resto del corpo, i cuccioli fanno difficoltà a passare attraverso il canale del parto. Altre razze a rischio sono Mastini, Scottish terrier, Bull terrier nano, Pointer tedesco a pelo ruvido, Clumber spaniel.

Altri fattori di rischio sono rappresentati dal numero dei feti (meno di 3 e più di 8) e dall’essere cagne nullipare, ossia che non hanno mai partorito, con più di 6 anni d’età. In entrambi i casi ci si può trovare di fronte a: anamnesi di inerzia uterina (mancanza di contrazioni), anomalie anatomiche vestibolo-vaginali, malposizionamento/malpresentazione fetale, disordini metabolici in tarda gestazione (carenza di calcio, soprattutto nelle piccole taglie, ed ipoglicemia) e soprattutto stress fetale.

L’ossigenazione dei feti è garantita da due fattori: uno dipendente dalla frequenza cardiaca dei cuccioli e l’altro, di pertinenza materna, rappresentato dalla pressione ematica. Una valutazione fondamentale a fine gestazione è la misura della frequenza cardiaca fetale. Quest’ultima, in condizioni di normalità si aggira intorno a più di 200 bpm (battiti per minuto). Frequenze cardiache al di sotto dei 200 bpm indicano già una situazione di stress fetale, e al di sotto dei 160 bpm si deve optare per il cesareo d’urgenza.

Quando viene proposto un parto cesareo?

Il parto cesareo deve essere proposto al momento giusto, né troppo presto né troppo tardi, dopo aver identificato accuratamente i fattori di rischio di distocia, ossia di un parto difficile dove la madre non riesce a espellere i feti, cosa che può comportare ipossia (carenza di ossigeno) e morte fetale. I fattori determinanti che ci fanno optare per un taglio cesareo d’urgenza sono:

  • preparazione al parto che si prolunga oltre le quattro ore senza espulsione dei feti;
  • contrazioni molto intense della durata di 20-30 minuti o, al contrario, molto deboli e prolungate per diverse ore, cui non segue l’espulsione dei feti;
  • quando intercorrono più di due ore tra l’espulsione di due feti;
  • presenza di un feto bloccato nel canale del parto, visibile anche solo parzialmente;
  • espulsione di feti morti;
  • scolo verdastro prima dell’inizio del parto, che può essere indice di un precoce distacco della placenta;
  • evidenti segni di malessere da parte della gestante;
  • valori di frequenza cardiaca fetale inferiori a 160 bpm.

In cosa consiste il parto cesareo?

Il taglio cesareo consiste nell’incisione della parete addominale e dell’utero, con estrazione dei feti cui, a discrezione del proprietario, può seguire o meno l’ovaristerectomia (asportazione di utero e ovaie). Vista la compressione esercitata dall’utero gravido sul diaframma, risulta essenziale la pre-ossigenazione del paziente per almeno dieci minuti prima di indurre l’anestesia generale e, quindi, prima di iniziare la chirurgia. Dopo l’estrazione dei cuccioli, è di estrema importanza la rianimazione neonatale: i cuccioli man mano vengono puliti e massaggiati per stimolare la respirazione, il che può richiedere anche mezz’ora. Di estrema importanza è l’utilizzo di un’incubatrice in grado di assicurare ai nuovi nati per tutto il periodo che passerà dalla nascita al ricongiungimento con la neo mamma le giuste condizioni di temperatura. Il ricongiungimento non dovrebbe avvenire finché la cagna non abbia completamente smaltito gli anestetici somministrati per il parto e sempre sotto stretta sorveglianza per le prime 24 ore. È importante assicurarsi che la madre accetti i suoi cuccioli, anche se questo può richiedere anche 48 ore, tempo necessario affinché i suoi ormoni comincino a funzionare regolarmente.


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L’otite esterna nel cane

autore:

Giulia Principi, Medico Veterinario in Roma
Master di II livello in Nutrizione clinica del cane e del gatto


Una procedura rapida e indolore consiste nel prelevare con un cotton fioc una piccola quantità di secreto che verrà analizzata al microscopio

L’otite esterna è un’infiammazione del canale auricolare esterno, che è la parte anatomica che va dalla pinna auricolare alla membrana timpanica, e colpisce fino al 20 per cento della popolazione canina.

I principali sintomi sono:

  • scuotimento della testa;
  • prurito;
  • dolore alla palpazione;
  • scolo;
  • cattivo odore.

Può avere decorso acuto o cronico ed è sostenuta da varie cause. La molteplicità di queste ultime e la multifattorialità rendono talvolta insidioso e frustrante il percorso terapeutico e di guarigione.

Le cause più comuni sono:

  • parassiti: per esempio acari;
  • particolare conformazione dell’orecchio: razze con orecchie pendule hanno predisposizione a trattenere l’umidità e a ritenere il cerume;
  • reazioni avverse all’alimento;
  • malattie endocrine che predispongono ad alterazioni della microflora del canale auricolare;
  • traumi: per esempio corpi estranei vegetali (forasacchi);
  • detersione inappropriata;
  • tumori (benigni/maligni).

La diagnosi eziologica, ossia legata alla causa, verrà effettuata dal medico veterinario di fiducia che effettuerà l’esame otoscopico volto a svelare l’eventuale presenza di corpi estranei, conformazione anomala del canale auricolare, neoformazioni o altro, mentre eventuali agenti patogeni verranno identificati mediante l’esame citologico, procedura rapida e indolore che consiste nel prelevare con un cotton fioc una piccola quantità di secreto che verrà analizzata al microscopio.
Solo dopo aver determinato la causa si procederà con una terapia appropriata che spesso consiste nell’applicazione di farmaci direttamente nel condotto uditivo. Ovviamente l’obiettivo è sempre quello di agire sulla causa primaria e non solo sulla sintomatologia.


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NEWS

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I virus della FIV e della FeLV causano malattia infettiva nel gatto domestico e nei gatti selvatici di tutto il mondo. Questi virus infettano cronicamente le cellule del sistema immunitario dell’ospite e, di conseguenza, possono compromettere la funzionalità. Entrambi i virus possono essere trasmessi attraverso la saliva od altri liquidi biologici, di conseguenza gatti che si accoppiano, mordono, compiono azioni di social-grooming e/o condividono ciotole e lettiere possono infettarsi a vicenda.

Servizio offerto: visita clinica + snap test IDEXX FIV/FELV.



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Le patologie cardiache su base degenerativa interessano tutti i nostri animali, con caratteristiche diverse a seconda che si tratti di gatto, cane di taglia piccola o cane di taglia grande. Solo una visita specialistica cardiologica accompagnata da un ecocardio può rilevare stati precoci di malattia e impostare una terapia medica.

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NEWS

Tutte le adozioni in una foto

Concorso Fotografico con Premiazione Finale

Tutte le adozioni in una foto



13 DICEMBRE 2015 – dalle 15,00 alle 21,00
All’Associazione Asta – Via S.Bargellini, 18 – 00157 Roma

Il Concorso è aperto a tutti, inviate le vostre fotografie anche qui nella bacheca dell’Evento per partecipare. Le foto devono pervenire entro e non oltre il 9 dicembre 2015.

REGOLAMENTO

  • Il soggetto della foto deve essere un cane o un gatto adottato
  • Puoi inviare le foto tramite mail a astaonlus@gmail.com
  • Puoi inviare le foto tramite Facebook collegandoti a questo evento del concorso fotografico Asta
  • Concorso è aperto a tutti, le foto devono pervenire entro il 9 dicembre 2015
  • È necessaria la presenza dei partecipanti per il ritiro del premio finale

La giuria sceglierà le foto non in base alla bellezza ma alla Simpatia e all’Espressività.

DURANTE LA SERATA CI SARÀ SPAZIO PER LE ADOZIONI.
È necessaria la presenza dei partecipanti per il ritiro del premio finale.

I PREMI SONO OFFERTI DA FARMINA

Per informazioni – 064506162

Partecipa all’evento   Facebook



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NEWS

Alcuni consigli per capodanno …

Per capodanno

Alcuni consigli utili:



Il giorno di San Silvestro c’è questa tradizione di salutare il nuovo anno con botti e petardi, dimenticando che agli animali, dall’udito più sensibile di quello umano, rumori forti e improvvisi provocano il panico. Ci sono animali che dalla paura, tremano terrorizzati, si nascondono, o, addirittura, che hanno infranto vetrate, che sono saltati dai balconi di casa, che sono morti d’infarto…
  1. à fatto, fate applicare il microchip al vostro Amico. In caso di perdita sarà più facile identificarlo e restituirlo.
  2. Chiudete bene le finestre ed abbassate le serrande per attutire il più possibile il rumore. Non lasciatelo assolutamente su balconi e terrazzi.
    Se dovesse mostrare dei primi segni di inquietudine e paura, cercate di distrarlo, giocate con lui o impegnati in qualche cosa.
  3. Se è molto pauroso e non accetta di giocare o di essere in alcun modo distratto, la cosa migliore è ignorare il suo comportamento, cercando di consolarlo con frequenza, si rafforzerebbe l’insicurezza e la paura.
  4. Non osservatelo eccessivamente, comportatevi in modo normale, rassicurandolo così che non sta succedendo nulla di straordinario.
  5. Se il vostro amico si nasconde, lasciatelo fare. Sotto il letto o al buio si sente protetto e sicuro. Non cercate in alcun caso di trascinarlo fuori dal suo nascondiglio, anzi createne uno per lui, al limite oscurante ed isolando il più possibile una stanza.
  6. Portatelo con voi. Non lasciatelo da solo o con gente che non conosce. Ricordate di tenerlo sempre al guinzaglio. Se non potete tenerlo, affidatelo ad una persona di fiducia che già conosce il cane (dog sitter di fiducia). In alternativa portatelo in una pensione sicura (con recinzioni e gabbie adeguatamente alte e salde).
Se tutto ciò non aiuta, se già sapete che il vostro cane non sopporterà assolutamente il casino, parlatene per tempo con il vostro veterinario di fiducia o chiamando su vetonline24.com

VetOnLine24


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Eventi

Festa natale asta 2017

Giornata del microchip gratuito

Un incontro in allegria per augurare a tutti un Buon Natale

Vi aspettiamo numerosi!



Questo e molto altro sarà per l’ASTA il prossimo 16 dicembre 2017, veterinari, infermieri e volontari accoglieranno tutti coloro che vorranno partecipare alla Festa di Natale organizzata presso i locali dell’associazione in via Sante Bargellini 18, dalle ore 15.00 alle ore 20.00.

In occasione delle feste natalizie, l’ASTA vuole porgere gli auguri a tutti i suoi soci con un piccolo rinfresco e mette a disposizione le competenze dei professionisti presenti per consigli suggerimenti e informazioni sulla salute dei nostri pet.

Nel corso della giornata saranno applicati gratuitamente i microchip per i nostri amici a quattro zampe, evento patrocinato dal Comune di Roma. Il principale obiettivo del microchip è la lotta contro il randagismo, che applicato permette di identificare il proprio animale e il relativo proprietario ,favorendo il ritrovamento degli animali smarriti e il loro censimento. I medici veterinari volontari ASTA saranno presenti tutta la giornata per impiantare i microchip a chi ancora ne è sprovvisto.

La Festa di Natale all’ASTA vuol dire soprattutto solidarietà, rivolgendosi agli animali più sfortunati. Motivo che ci spinge a lanciare un appello a favore della raccolta di cibo – croccantini e scatolame –  e coperte che si svolgerà lo stesso 16 dicembre in associazione.

E non è tutto. Durante la giornata del 16 dicembre l’ASTA sosterrà il Charity Shop: verranno raccolti oggetti e materiali vintage a titolo gratuito, da esporre durante i mercatini, per promuovere la campagna di sterilizzazione dei randagi sul litorale campano, e la presentazione in anteprima del nuovo romanzo scritto dal nostro presidente i cui proventi andranno interamente al sostegno delle nostre attività a favore degli animali.



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